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Istituzione e apertura

La nascita del campo di concentramento di Avezzano

Origine del Campo di Avezzano

Il 13 gennaio 1915 un terribile terremoto di magnitudo 7 devastò la Marsica e cambiò per sempre la vita delle persone e il volto di un intero territorio. Avezzano, ridotta in macerie, iniziava un lungo e complesso cammino verso la ricostruzione. Ma in quei giorni bui, un altro dramma si stava per intrecciare con la tragedia: l’avvento della Prima Guerra Mondiale.

Nel cuore di quella devastazione, il governo italiano decise di installare un campo di concentramento per prigionieri di guerra austro-ungarici, con lo scopo di impiegare questi prigionieri nella ricostruzione di una città distrutta, sfruttando la loro forza lavoro per i lavori manuali e per le necessarie opere agricole. 

Il primo passo verso la realizzazione del campo fu nell’estate del 1916: ad appena un anno dall’inizio delle ostilità il governo italiano decise di istituire campi di concentramento per i prigionieri austro-ungarici, individuando Avezzano e Sulmona come luoghi strategici. Il contributo dei prigionieri alla ricostruzione di Avezzano è ampiamente documentato in numerosi atti amministrativi conservati nell’archivio storico del Comune.

Avezzano presentava diverse condizioni favorevoli all’accoglienza dei prigionieri di guerra. La sua posizione, lontana dai principali scenari del conflitto, garantiva un maggiore controllo e minori rischi di fuga o di insurrezioni. Inoltre, vi era un’urgente necessità di manodopera non specializzata per il lavoro agricolo nei campi dell’alveo del Fucino.

Quest’area, estesa per circa 15.000 ettari, era stata bonificata appena trent’anni prima con il prosciugamento del lago omonimo, ma durante il periodo bellico era rimasta in gran parte incolta a causa della massiccia mobilitazione degli uomini nei ranghi dell’esercito.

La decisione fu presa in un incontro tra le autorità militari italiane e i rappresentanti della cittadinanza di Avezzano.

Il colonnello Giovanni Di Loreto dichiarava:
“Il Ministero della guerra intende portare aiuti indiretti alla popolazione di questa zona danneggiata dal terremoto, e per farlo, formerebbe qui un campo di concentramento di prigionieri di guerra. Vi chiedo di prestare l’aiuto necessario”.

Gli amministratori comunali si impegnarono a fornire l’acqua potabile necessaria e a cedere i terreni pubblici per l’installazione del campo, con la speranza che, una volta finita la guerra, quelle strutture potessero servire per il bene della popolazione locale.

Ma la storia che si scriveva allora non era solo fatta di leggi e piani tecnici. I prigionieri, uomini strappati dalle loro terre e dalle loro famiglie, vivevano in condizioni dure. I lavori di ricostruzione e di bonifica del territorio erano difficili e faticosi, ma la loro fatica si intrecciava con quella dei cittadini avezzanesi, che, giorno dopo giorno, tentavano di ritrovare una parvenza di normalità. Mentre il campo cresceva e le tende e i baraccamenti prendevano forma, la città, nonostante tutto, cominciava a ricostruirsi.

Fonti:

    • Cipriani Clara Antonia, “Il Campo di concentramento di Avezzano. L’istituzione di un campo di prigionieri di guerra austro-ungarici e la nascita della Legione Romena d’Italia ad Avezzano” in «Avezzano, la Marsica e il circondario a cento anni dal sisma del 1915», Simonetta Ciranna e Patrizia Montuori, Consiglio Regionale dell’Abruzzo, 2015.
    • Maccallini Enzo, Losardo Lucio, “Prigionieri di guerra ad Avezzano: il campo di concentramento. Memorie da salvare”, Archeoclub d’Italia, Sezione della Marsica, 1996.
    • Natalia Sergio, “La Marsica tra terremoto e grande guerra”, Kirke, 2016.
    • Residori Sonia, “«Nessuno è rimasto ozioso»: campi di concentramento e prigionieri austro-ungarici in Italia durante la Grande Guerra (1915-1918)”, Università degli Studi di Verona, Dipartimento di Scienze economiche, Scuola di dottorato in Studi storici, Geografici e Antropologici, Dottorato di ricerca in Storia economica 2017.
    • Tavernini Lodovico, “Prigionieri austro-ungarici nei campi di concentramento italiani 1915-1920”, in «Annali / Museo storico italiano della guerra», 9-11, 2001-2003.
    • Tortato Alessandro, “La prigionia di guerra in Italia 1915-1919”, Mursia, 2004.

Cronologia degli eventi significativi

I momenti chiave che hanno portato all’istituzione e all’apertura del campo di concentramento di Avezzano.

13 gennaio 1915

Terremoto della Marsica

Un terremoto di sconvolgente forza devasta il centro Italia portando alla morte di 30.000 persone.

8 ottobre 1915

Istituzione del campo

Incontro tra una delegazione di ufficiali del Ministero della guerra e i rappresentanti della cittadinanza avezzanese per  l’istituzione di un campo di prigionia ad Avezzano.

Estate 1916

Inizio dei lavori

Il Genio militare iniziò i lavori di costruzione del campo su un’area di circa trenta ettari a nord dell’abitato, occupando terreni di proprietà pubblica e privata.

Gennaio 1917

Arrivo dei prigionieri
I primi prigionieri iniziarono ad arrivare ad Avezzano all’inizio del 1917 e, nel corso di quell’anno, il campo ospitò in media tra ottomila e dodicimila soldati, oltre a un elevato numero di militari impiegati nella sorveglianza.

APPROFONDIMENTI

In preparazione:

I campi di concentramento in Italia

Il terremoto del 1915 e la costruzione del campo di Avezzano

 

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